Okland é un progetto elettronico che nasce a Torino dall’incontro di tre musicisti che uniscono i mondi sonori da cui ognuno di loro proviene.

Intrecciando una corrente  elettronica con una più acustica, l’obiettivo  é quello di condurre  il  pubblico  verso  atmosfere  a  volte  acquatiche  e  glaciali,  altre  calde  e avvolgenti.  In generale tramite le  musiche  si tenta di  descrivere il  coesistere  tra un elemento umano, quasi radicato in un antico stato di natura, e uno artificiale, connesso  ad  un  mondo  più  freddo,  calcolato.  Il  primo elemento  è  espresso tramite   gli   strumenti   acustici   (chitarra,   kora,   qualche   percussione,   batterie suonate  e  voci).  Il  secondo,  invece,  é  rappresentato  dai  synth  che  disegnano universi spaziali,  acquatici,  metafisici;  e  dalle  batterie  campionate,  i  cui  beat richiamano talvolta ossessioni urbane.  

Celeno  (primo  singolo)  è,  nella  mitologia  greca  antica,  la  personificazione  della tempesta e delle folate di vento, e il messaggio del brano, rappresentato anche nel  video,  risiede  nel  tema  della  dissoluzione  dell’essere  umano  nel  mondo digitale.  Indra,  nella  mitologia  indiana,  é  il  dio  dei  fulmini  e  del  temporale,  della pioggia e della magia. L’arpeggio iniziale con la kora (strumento africano simile a un arpa) crea fin dall’origine un atmosfera molto morbida e sognante. L’idea che permea il fluire sonoro é quella di un vascello luminoso che mette in contatto due rive  opposte  traghettando  fulmini.  Le  due  rive  separate da  un  mare  tempestoso rappresentano la distanza e l’incomunicabilità tra gli individui, il vascello invece, la speranza di trovare connessioni e alchimie.

 Máni, nella mitologia norrena, è il dio che guida il carro che trasporta la Luna, in contrapposizione  alla  sorella  Sól  che  guidava  il  carro  solare.  Nell’atmosfera bluastra  della  notte  si  immerge  la  luce  bianca  della  luna  portata  da  un  carro.  Il messaggio  che  la  musica  vuole  comunicare  é  quello  di  cogliere  dall’abisso notturno   e   dalle   sue   profonde   energie   oscure,   i   magmi   fosforescenti, rappresentati dai raggi lunari, di cui il calice terrestre diurno si riempie.  

Dive,  unica  traccia  cantata,  parla  del  cammino  umano  verso  la  ricerca  e  il perfezionamento.  Un  viaggio  in  cui  la  redenzione,  intesa  come miglioramento, arriva lenta e bisogna saper aspettare. Nel testo la frase “blue lakes shine on my faith”  rimanda  a  un  senso  di  pace  generato  dal  credere  in  questo  progredire interiore, quasi fosse una religione.  

Okland, in questi brani, ha cercato di esprimere con naturalezza e essenzialità l’universo sonoro ricercato da ogni suo componente nel corso degli anni.