Ciao Bruno, benvenuto e grazie per questa intervista.
Ci parli meglio di questo nuovo progetto? Come nasce l’idea e cosa vuole rappresentare?
Ciao e grazie a voi per lo spazio e la disponibilità. l’idea nasce dall’associazione culturale Otto di cui sono membro del consiglio direttivo. Con l’associazione ci siamo sempre adoperati per promuovere e propagare più possibile l’arte e la musica indipendente. La nostra idea di fondo è quella di portare in giro la Bellezza. Proprio da questo concetto, che identifica la Bellezza nella figura Femminile, abbiamo creato Wav con la speranza di poter in qualche modo contribuire a rendere nuovamente Bellezza le vita di qualche Donna che ha subito cose tutt’altro che belle.
Ci sono anche associazioni importanti che hanno voluto collaborare. Ci racconti maggiormente in dettaglio ed eventualmente cogliere l’occasione per fare qualche ringraziamento speciale?
Si. C’è innanzitutto il Centro Donna Padova: un team formidabile composto da molte volontarie e volontari, ma anche da professioniste come psicologhe, terapeute, avvocati, educatrici. In pratica tutto ciò che serve per dare sostegno a tutti i livelli alle Donne che si rivolgono a loro in cerca di aiuto. E purtroppo sono davvero tante.
Un’altra associazione con cui abbiamo allacciato degli ottimi rapporti è Tutti in campo per tutte, della provincia di Bergamo: loro si occupano più di sport femminile, ma ci è sembrato bello e utile unire sport e musica: alla fine sono due espressioni di vita!
Non è una associazione ma un vero e proprio brand di abbigliamento, invece, Miss Miss by Valentina che ha abbracciato la nostra causa in pieno realizzando in via esclusiva delle magnifiche t-shirt.
A tutte queste realtà vanno con merito totale i nostri più grandi ringraziamenti.
Il brano Leadbelly è stato scritto e composto dalla chitarrista e cantante Lil’Alice che lo interpreta duettando con la cantante Irene Brigitte. Un brano che colpisce subito anche grazie al suo sapore decisamente retrò. Cosa vuole rappresentare nello specifico? Qual’è il suo messaggio?
Leadbelly è un blues e come tale, rispettando la sua genesi storica, è un canto di libertà. Abbiamo scelto questo brano come apripista perché è come se dicesse: adesso tocca a noi a parlare perché siamo liberi di farlo. La libertà inoltre per una vittima di stalking e violenza è quella cosa che forse prima di altre viene a mancare. Libertà è anche libertà di denunciare, di vincere la paura senza timore di ripercussioni.
Il progetto WAV si compone, tra l’altro, di due parti ben distinte. Un ciclo di eventi live (10 giugno – Parco della Musica – Padova, 21 giugno – Feltrinelli – Milano, 24 giugno – Tutti in Campo per Tutte – Bergamo) e successivamente, sempre sotto la tua direzione artistica, la realizzazione di un disco tra l’altro già in fase di lavorazione al NoShoesRecording Studio di Dolo (Venezia) con il produttore Stefano Pivato che ti affiancherà in questo progetto.
C’è in atto anche una campagna di crowdfunding rivolta a tutti coloro che vorranno sostenere questa iniziativa. Da quante canzoni sarà composto l’album? Quale sarà la sua particolarità? Vuoi aggiungere qualcosa e fare un appello per coloro che vi sosteranno?
In realtà il ciclo di eventi è ben più ampio, ma abbiamo scelto per necessità di seguire e ultimare prima la realizzazione del disco. Per l’appunto il disco sarà composto da ben 15 brani tutti in chiave unplugged. Abbiamo cercato di rendere più crudo e naturale possibile il messaggio non cercando chissà che suoni, ma togliendo tutto il possibile a favore delle essenze delle artiste. Lo definirei un disco nudo. Per portare a compimento questo capitolo discografico abbiamo deciso di chiedere l’aiuto di tutti: le spese sono molte e variegate (dalla stampa effettiva dei cd, alle copertine, siae etc). La vera particolarità di questo disco è che TUTTI GLI UTILI provenienti dalla sua vendita saranno devoluti al Centro Donna Padova. E’ anche per questo che chi vorrà contribuire non darà una mano solo per la stesura di un disco, ma farà in realtà un gesto molto più importante: tentare di ridare il sorriso ad una Donna.
Le artiste coinvolte, le citiamo, sono: Romina Salvadori (EstAsia), Masha Mysmane Bonetti (Exilia), Elisa Erin Bonomo (vincitrice del premo della critica Amnesty International 2017), Chiara Patronella (Almakantica), Irene Brigitte, Lil’ Alice, Chiara Vidonis, Irene Ghiotto, Anita Racca (Yavannah, finalista X-Factor), Artic Bahama Mama (Ludovica Signorelli & Erika Pilli già U.B.Dolls), Honeybird (strumentista per Tre Allegri Ragazzi Morti), Sybell (Uttern), Roberta Contesso & Sylvia Fabbris (cellulite star), Folake Oladun (Hit Kunle), Jo Stella.
Sostenitrici del progetto anche le cantanti Eva Poles (Prozac +) e Alteria.
Insomma… “beato tra le donne”! Come è stato gestire questo progetto? Quali sono stati le maggiori difficoltà, se ce ne sono state, nell’organizzare il tutto? Sicuramente un progetto molto articolato …
Beh… sì posso dire “beato tra le donne” ma nel senso professionale e umano: sono tutte artiste di una preparazione e levatura straordinarie, ma soprattutto di una sensibilità sopraffina. Per me è un onore vero poter collaborare con tutte loro. Se hai notato sto usando il tempo presente: infatti non “è stato” bensi “è” e soprattutto “sarà”. Questo disco non è un punto di arrivo ma esattamente il contrario. Si parte da qui.
Organizzare il tutto è da pazzi. E’ un gioco di incastri tra gli impegni di tutte (sia artistici che personali). E’ un gioco di equilibri e pariteticità, di scelte e condivisione, di rispetto… ma soprattutto ci stiamo rendendo conto che NON è un gioco.
E i rapporti tra le artiste? Esiste davvero la solidarietà femminile?
Con Wav sono in contatto tra una cosa e l’altra con più di 30 persone, di cui il 95% sono Donne. Includo anche fotografe, grafiche, etc. Devo dire che finora tra queste persone non c’è stato nulla da ridire, anzi vedo nascere collaborazioni anche esterne a WAV, e supporto vicendevole. Di tutto questo non mi prendo nessun merito: ho detto poco fa che sono persone davvero stupende, e questo lo conferma.
Questa domanda, invece, la giro direttamente alle artiste coinvolte:
ultimamente si è parlato molto del movimento #MeToo e del fatto che in Italia, purtroppo, non ha avuto lo stesso riscontro di solidarietà che si è verificato in America. Al di là del vostro chiaro messaggio lanciato attraverso la musica che in qualche modo smentisce l’indifferenza sull’argomento, vi sentite di dire od aggiungere qualcosa a riguardo?
Elisa Bonomo – Personalmente credo che parlare anche attraverso i social sia molto importante, soprattutto di argomenti come questo spesso lasciati nell’oblio. Ma la cosa che reputo più utile non è il parlare, bensì il fare. Fare nel nostro microcosmo gesti concreti può essere piacevolmente contagioso.
Grazie per la vostra disponibilità.