Una passione senza fine. Un testimone che Alain Pagani ha ereditato direttamente dal padre Aldo e che porta avanti oggi con un grande progetto, sulle note di Astor Piazzolla.
Piazzolla e Amelita Baltar è solo l’inizio di un importante progetto. Raccontaci meglio.
Siamo partiti dal primo in ordine cronologico, ovvero l’album che ha suggellato l’inizio della collaborazione tra mio padre e Piazzolla, in seguito pubblicheremo in digitale tutta la collezione dei lavori fatti assieme durante tutto il loro rapporto.
Stiamo cercando di raccogliere tutte le informazioni possibili, contattando e intervistando tutti i protagonisti dell’epoca che riusciamo a reperire per poter dare al pubblico il quadro più completo possibile.
Mentre facciamo questo lavoro tra l’altro,continuiamo a trovare curiosità, inediti e cimeli che raccontano una parte della storia finora dimenticata che trovo doveroso divulgare e che si rivela giorno per giorno sempre più affascinante.
Un impegno concreto, il tuo, nel portare avanti quello che è più di un genere musicale: una vera e propria tradizione che prosegue grazie ai grandi nomi che firmano questo nuovo lavoro…
Assolutamente, come dicevo il mio primo impegno è divulgare con la massima cura tutto quel che è in nostro possesso ma anche raggiungere nuovi appassionati e far conoscere alle culture più disparate l’importanza ed il valore del patrimonio musicale che il lavoro di queste persone ci ha lasciato. Per fare questo abbiamo sempre cercato di coinvolgere musicisti specializzati nei più diversi generi ,magari anche lontani dal mondo musicale di Piazzolla ed abbiamo scoperto che effettivamente le possibilità sono infinite!
Ogni volta raggiungi un nuovo pubblico che immancabilmente si innamora di questa splendida musica ed è con questa filosofia che abbiamo in programma diversi progetti di collaborazione con musicisti contemporanei, ma parlarne ora è prematuro, abbiamo ancora molto da pubblicare prima di arrivarci.
Questo progetto ha un valore ancora più grande, essendo la conseguenza diretta di un lavoro ereditato da tuo padre Aldo. Cosa vuol dire per te?
Vuol dire molto, non è stato facile crescere in questo ambiente e sopratutto collaborare con mio padre non è mai stato facile per nessuno.
È vero anche che è stata davvero una rara fortuna vedere in prima persona lavorare menti di quel livello, mentre creavano qualcosa di così bello!Solo l’aria che si respirava ti faceva sentire parte di qualcosa di grande, oggi per me e la mia squadra è un privilegio avere il compito di curare e divulgare questo patrimonio.
Piazzolla incontrò tuo padre all’inizio degli anni 70 e da allora ebbe inizio quella che fu più di una semplice collaborazione. Che ricordi hai di questa amicizia?
Beh, un rapporto burrascoso perché due personalità così forti, senza contare i rispettivi ruoli, erano destinate immancabilmente a scontrarsi in continuazione.
Si volevano comunque un gran bene,credo lo dimostri per esempio il fatto che quando Astor si ammalò e rimase costretto a letto per quasi due anni prima di andarsene, l’unica persona che volle vedere fu mio padre,io ero adolescente e ricordo che economicamente non ce la passavamo benissimo ma mio padre fece comunque avanti e indietro da Milano a Parigi per stargli vicino fino all’ultimo.
Forse ho visto mio padre piangere tre volte in vita mia, una è stata dopo la telefonata della vedova nel ’92 che lo informava del suo amico che se ne era andato.
Il tango e la musica argentina rappresentano sicuramente una parte importante della colonna sonora della tua vita. Ma quali altri generi hai particolarmente a cuore?
In verità (ed è stato uno dei motivi d’attrito con mio padre) sono sempre stato un amante del rock prima di tutto, chiaramente visto il lavaggio del cervello che ho subito non sopporto le cose suonate male, stonate o storte…mi danno fastidio!
Ho quindi seguito le orme di famiglia prendendo però una direzione decisamente diversa…
Nei primi anni della mia carriera ho infatti prodotto il primo disco di L’aura ,fatto diversi lavori con i Mistonocivo e tra gli ultimi (ed uno dei miei orgogli) nel 2015,l’ultimo album dei Blastema.
Con questi ed in verità anche con tutti gli altri artisti che non ho nominato però non ho mai resistito ad insinuare un pò di Piazzolla, così ho “costretto” tutti a fare almeno una traccia ispirata alla sua musica.
L’anno scorso per il 25° anniversario della morte di Astor ho voluto realizzare questo mio personalissimo piccolo tributo alla sua memeoria mettendoli tutti assieme in un album intitolato “Astor en Clave Ostile” cercatelo se vi va, è molto particolare.