- Sei partita da zero tanti anni fa, portando con te un unico bagaglio di speranze e aspettative. Adesso riparti da lì con una valigia piena di esperienze e consapevolezze. Come affronti questa nuova sfida?
- Gli anni 90 hanno visto emergere grandi talenti che partendo dalla Sicilia hanno lasciato la loro impronta sulla scena musicale italiana (insieme a te, per citarne alcuni, Carmen Consoli, Silvia Salemi e Mario Venuti). Quanto la tua terra ha influenzato la tua musica in quel periodo?
- Leggendo la tua storia ci viene in mente un brano dei Marlene Kuntz, “L’Artista”, che racconta il tormento interiore tipico di chi è in grado di tirare fuori il meglio del proprio talento dal dolore più profondo. Ti rivedi in questa descrizione?
- E se tu dovessi scegliere una canzone (italiana o straniera) per raccontare te stessa, quale indicheresti?
Senza esitazione indicherei “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini.
- Quando manager e case discografiche sembrano dimenticarsi di un artista, spesso c’è un pubblico di fedelissimi che non lo abbandona. Come si sono comportati i tuoi fan durante questi anni davvero difficili per te?
- La rabbia e la protesta dei tuoi primi testi lasciano oggi spazio alla tua visione dell’amore. Nell’attesa di ascoltare i tuoi nuovi brani, puoi anticiparci qualcosa?
Uso un linguaggio più diretto, con il quale posso parlare di tutto, posso osare dove non avrei mai fatto. I miei nuovi lavori non seguono nessun canone commerciale, questa volta ho potuto essere completamente libera di fare dei grandi viaggi emozionali e introspettivi che ho provato a tradurre in musica e parole senza nessun limite, solo per comunicare emozioni. Alla mia veneranda età non mi interessa più ciò che inseguivo da giovane, ora mi interessa solo che chi mi ascolta abbia i brividi alla schiena e si emozioni.