Pier Cortese è un noto cantautore, musicista e produttore artistico. I più se lo ricordano con la sua hit Souvenir, brano che ha segnato i primi anni del 2000, ma in pochi sanno che ha firmato progetti e brani di Marco Mengoni, Niccolò Fabi, Max Gazzè, ecc. Oggi ci presenta il suo disco, ci rivela tante curiosità e, in poche parole, ci apre il suo mondo in esclusiva.
“Come siamo arrivati fino a qui” è il titolo del tuo album appena uscito e anche una domanda che ti vogliamo porre.
“Non ho grandi risposte a tal proposito ma solo tante domande che nel tempo si sono moltiplicate. Dico sempre che voglio bene a questo disco come un sopravvissuto, perché nonostante i molteplici cambiamenti sia fuori che dentro di me, dopo 12 anni di ‘pausa cantautorale’ siamo ancora qui”.
Parliamo dell’album. E´ stato anticipato da tre singoli, Tu non mi manchi, E´ per te e Te lo ricordi…immaginiamo sia un album che parla d’amore. Raccontaci di tutte le sfumature della tracklist, siamo curiosi.
“Non tutte le tracce parlano d’amore, ci sono aspetti che riguardano la ricerca esistenziale, il confronto con le proprie paure e le proprie fragilità, ci sono passioni e perversioni, c’è psichedelia e introspezione, c’è la disperazione di chi ha consumato questo pianeta e cerca un permesso di soggiorno sulla Luna , c’è la dedica alla parte più fragile del mondo e anche alla propria figlia sperando che alla fine un pigiama salverà le nostre intimità”.
Ascoltando i 3 singoli che lo anticipano si ha la sensazione di un’atmosfera meditativa-riflessiva, ipnotica…è così, è voluto, così l’hai voluta fermare con la musica in questo album?
“Si esattamente, aggiungo anche la sensazione che sicuramente fa parte dei sentimenti che accompagnano questo disco”.
Tra l’altro questi brani hanno tutti un videoclip. Anche l’ideazione di questi è tua?
“Ho avuto bisogno che anche le immagini che accompagnassero queste tracce fossero aderenti allo stato d’animo. Dunque insieme al mio amico collaboratore Walter Monzi li abbiamo ideati girati e montati con cura ed entusiasmo”.
Quanto è importante un videoclip a corredo, oggi, di un brano?
“Non so, per me lo è stato perché questo disco e il mio modo di comporre in genere hanno un’attitudine cinematografica. Mi piace associare immagini ed atmosfere ai suoni e alle armonie, mi danno l’ idea di un sodalizio perfetto”
Qual è, o chi è, la tua musa oggi?
“La mia musa è la vita con tutte le sue altalene”
E´ cambiato, negli anni, il tuo modo di ispirarti a qualcosa, a qualcuno. E´ cambiato il tuo modo di scrivere canzoni?
“È cambiato il mio modo di guardare il mondo perché inevitabilmente sono cambiato io e di conseguenza anche quello che faccio ne viene influenzato”
La sensazione è quella che tu abbia mantenuto la tua essenza, sì, hai portato innovazioni quali le esibizioni con l’mp3 ad esempio, ma c’è una matrice comune e subito riconoscibile in ogni tuo pezzo. Ti ritrovi in questa riflessione?
“Si probabilmente ci sono degli aspetti nella propria natura e nel proprio dna che rimangono intatti. Apparteniamo ad un accordo preciso, ad un ritmo , ad una energia che nonostante i cambiamenti si conserva e si rinnova insieme a te”
Come ti vedi rispetto ai nuovi artisti, ai generi musicali quali la trap, il rap e l’uso smodato dell’auto-tune?
“Ogni artista è giusto che segua il suo flusso e la sua missione. Al di là dei generi secondo me conta il come, con quale onestà intellettuale, quale inclinazione artistica e umana si è deciso di lasciare il proprio segno sulle cose”
Ci sono artisti che come te fanno musica da 20 e più e si chiedono: c’è ancora posto per me nella scena nazionale odierna? A te è mai capitato di farti questa domanda, hai mai voluto gettare la spugna?
“La mia libertà artistica l’ ho conquistata proprio mettendo sul piatto la possibilità di non fare più pubblicazioni e dischi. Questo non vuol dire che si smette di creare per se stessi. Poi arriva un giorno in cui gli astri si allineano e qualcuno riesce a commuoversi per quello che fai”.
Facciamo un passo indietro, nella tua carriera hai fatto davvero un po’ di tutto, hai collaborato con altri colleghi come Niccolò Fabi, Gazzè, Mengoni e tanti altri. Qual è la collaborazione, il premio, l’esibizione che ricordi come “traguardo” più grande della tua carriera e perché?
“Mi piace pensare che il traguardo più grande della mia carriera debba ancora arrivare. Detto questo ogni collaborazione mi arricchito tantissimo come artista e come uomo”.
Sembri un artista, una persona, che non scende a compromessi, quindi: c’è stato un artista negli anni che ti ha chiesto di collaborare e tu hai rifiutato perché non ti piaceva o perché non abbracciavi le sue idee, la sua musica?
“Si assolutamente, più di uno. Spesso l’ ho pagata in termini di visibilità ma per quello che è la mia personale visione e missione mi va bene così”.
E qual è il tuo “Souvenir” più bello della vita personale, finora?
“Sono tanti per fortuna, ma di certo la nascita di mia figlia Viola è quello più prezioso”
Abbiamo accennato a Souvenir, tua hit che nel 2005 ha scalato le classifiche. Che ci dici di quel periodo, e Melisse? Raccontaci qualcosa di inedito sul brano, sul making-off, facci sognare ancora un po’ con quell’atmosfera…
“Quando mi chiedono se ho vissuto davvero quella storia la risposta è Si. Ho vissuto a Parigi per qualche tempo quando avevo 24 anni e mi ero innamorato di una ragazza di nome Vanessà che dopo poco tempo ho scoperto essere la compagna di un’altra ragazza . Nel bel mezzo di una cena con lei arrivò la sua compagna, a mia totale insaputa, e ci versò i piatti addosso. Da lì capii. Dopo qualche tempo tornai in Italia e nacque Souvenir”.
Cos’altro non sappiamo di Pier Cortese, cosa secondo te il tuo pubblico, con fan di vecchia data e nuovi, dovrebbe conoscere di te?
“Questo disco è una specie di codice fiscale, di passaporto fedele, di tutto quello che sono e mi rappresenta più di ogni altra cosa passata o che potrei dire ora”.
Ti vedremo a qualche live prossimamente?
“Si, ho appena pubblicato i primi appuntamenti live e davvero non vedo l’ora di iniziare. Il 25 Novembre la prima a Torino al Cap 10100 e poi a Roma il 18 Dicembre al Monk. Diversi altri appuntamenti li troverete sulle pagine social e affini”
Argomento a piacere…
“Quando me lo chiedevano i prof non sapevo mai cosa dire.. e ora sto rivivendo quel momento”…