L’amore che oltrepassa le parole e vive di musica, quella che non si sente ma si ascolta. Pilar ci parla del suo mondo fatto di luoghi, culture, passioni e contaminazioni.
- La tua formazione è stata influenzata da diversi generi musicali. Come trasporti questo mix di colori e suoni nelle tue canzoni?
Sono alla continua ricerca di nuove sintesi. All’inizio ho praticato contemporaneamente jazz e musica classica, una follia, ma non potevo farne a meno. Adesso mi ritrovo però a collaborare sempre con splendidi musicisti di formazione classica poi dediti al jazz o alla canzone d’autore. Diciamo che l’unica soluzione per arrivare a una sintesi è cercare di farlo insieme a persone che abbiano stesso background e stessa esigenza.
- Sei cresciuta tra la cultura etrusca e quella nativa della foresta costaricense, sei nata a Roma e soffri di “sicilitudine”. Le contaminazioni fanno parte di te, anche al di fuori della musica…
Molte sono le contaminazioni ma molta è anche la difficoltà di sentirmi ancorata ad una sola radice. “Casa” per me è ovunque io trovi un posto che accolga una parte di me o che me la faccia ritrovare.
- “Il colore delle vene” è il singolo estratto dal tuo nuovo album “L’amore è dove vivo”: raccontaci come hai affrontato questa tematica particolarmente discussa negli ultimi mesi.
È stata una scelta naturale quella di associare la tematica dei diritti civili a “Il colore delle vene” per via del testo della canzone nel quale si esprimono dei concetti semplici ma spesso dimenticati, come il fatto oggettivo che l’amore oltrepassa le parole, non ha interesse verso il giudizio altrui, chi ama lo fa e basta, non chiede il permesso a nessuno. Non può e non deve.
- Quando si scrive un brano lo si fa un po’ per se stessi, un po’ per chi lo ascolterà. Come immagini il tuo ascoltatore ideale, il destinatario della tua musica?
Il pubblico ideale è semplicemente quello che non ama sentire la musica ma ascoltarla. Il pubblico ideale è quello che sa anche prendersi gli spazi del silenzio, che non si lascia invadere dal rumore.
- Musica e: teatro, televisione, cinema. Quale di questi tre mondi che hai avuto modo di esplorare accoglie meglio la tua arte?
A parte il cinema che è stato solo sfiorato, per il resto direi che ovunque ci siano spazi di libertà e addetti ai lavori bravi e competenti, è lì che mi piace stare.
- Svelaci qualche anteprima sui tuoi prossimi progetti!
Siamo in fase di programmazione dei concerti estivi; sempre durante l’estate andranno in onda le dieci puntate di “Voci d’Autore”, una trasmissione radiofonica che ho scritto e condotto per il secondo canale della Radio Svizzera Italiana. In autunno ritornerò in Canada per una tournée di qualche settimana. E nel frattempo si ricomincia a scrivere…