Mai come al giorno d’oggi abbiamo il tempo di riflettere su noi stessi e sulle nostre scelte, chiusi fra le quattro mura della nostra casa.

Proprio da una casa, nasce questa storia che ha un qualche cosa di magico, perchè prende spunto da un amore che ha sorpassato le barriere del tempo.

Grazie a TAVO, l’artefice di questa storia riportata alla contemporaneità, abbiamo la possibilità di ascoltare questa storia, dove possiamo impersonificarci in prima persona.

In questa intervista possiamo saperne di più sulle curiosità di “Annabelle” scoprendo le risposte del cantautore.

 

Una delle prime cose che mi ha sicuramente incuriosita é il tuo nome darte, perché hai scelto TAVO? 

Ciao!

“TAVO” più che un nome d’arte è un soprannome che deriva dal mio cognome.

Io mi chiamo Francesco Taverna. Non so esattamente perché ma, dalla prima elementare, tutti mi chiamano “TAVO”.

Non mi dispiace, anzi… ho deciso di tenermelo stretto!

La storia di Annabelle prende spunto da una lettera, come lhai trovata? 

 Annabelle nasce da un ritrovamento molto particolare.

Stavo facendo dei lavori di ristrutturazione quando, nell’intercapedine del muro, ho trovato una lettera risalente al 1850.

In questa lettera un certo Ennio scrive alla sua Maddalena (divenuta poi “Annabelle” per ragioni di metrica).

Ennio le scrive per esternare il suo amore verso di lei.

La cosa particolare è che leggendo si scopre che Maddalena in realtà è sposata. Quindi sono due amanti dell’800.

Aldilà della forma con cui è scritta la lettera, a livello di contenuto è molto attuale.

L’amore, la paura e il desiderio viaggiano in modo immutato ed immutabile nel tempo. È una cosa molto romantica che mi ha ispirato a scriverci un testo.

C’è anche una parte della storia in questa canzone? Hai una musa ispiratrice, ovvero una tua Annabelle nel tuo passato?

Tutti noi abbiamo/conosciamo una “Annabelle” nel nostro passato.

Nel testo della mia canzone ho cercato di lasciare uno spazio “vuoto” che dia la possibilità ad ognuno di immaginare la sua.

Il tuo album desordio si chiama Funambolo, vuoi raccontarci questo album e la scelta del suo nome?

“Funambolo” è un disco che parla di “scelte importanti” e dell’instabilità che accusiamo di fronte ad esse. Il funambolo è la più grande personificazione dell’instabilità.

Ogni scelta è concettualmente molto semplice, lineare e porta da un punto “A” ad un punto “B”, proprio come la fune del funambolo.

 Quali sono i tuoi prossimi progetti in arrivo?

Ora come ora il futuro è incerto.

Suonare dal vivo è la cosa che più amo di questo mestiere. Se dipendesse da me, suonerei tutti i giorni.

In più questo è il primo tour nel quale ho la fortuna di avere alle spalle una vera e propria produzione.

Sarà uno show a 360° e lo devo a tecnici audio e luci molto in gamba che curano gli spettacoli anche di artisti più grandi come quelli di Ermal Meta o Cristicchi.

Spero che questo Coronavirus ci dia tregua affinché si possa realizzare tutto ciò!

 Come ti vedi fra cinque anni?

Faccio molta fatica a proiettarmi nel futuro.

Sicuramente non smetterò di fare questo lavoro perché come dico sempre:

“È il lavoro più bello del mondo!”.

Spero nei prossimi cinque anni di migliorare, smussare i difetti, imparare tante cose e di raggiungere sempre più persone.

 Hai un messaggio da lasciare per chi segue JamSession 2.0?

Sarò banale e ripetitivo ma:

“Cercate di stare in casa!”.

È importante.

Io sono il primo che odia non poter uscire.

D’altra parte, più ci sacrifichiamo oggi, prima io tornerò sul palco e voi ai concerti.

Sono certo che ci rivedremo presto.

Un abbraccio!

il video su Instagram  in cui Tavo risponde alle nostre domande: