Andrea Toselli in arte Andrea Rock, musicista milanese e voce ufficiale di Virgin Radio Italy, ci presenta “FOLK PUNK ANTHEM” disponibile da venerdì 2 agosto in tutti gli store digitali.

Scambiamo due chiacchiere con lui.

Ciao Andrea e benvenuto.

Parliamo del tuo nuovo singolo.

Accompagnato dal vivo e in studio dai The Rebel Poets, torni con un nuovo singolo “FOLK PUNK ANTHEM” disponibile in tutti gli store digitali.  Tra l’altro sono previste diverse date live e le ricordiamo qui di seguito:

10/08 Whisky a go go – Pulsano (Taranto)

20/08 Festa di Radio Onda D’Urto – Brescia w/ Frank Turner

22/08 Bellagio in Blues – Bellagio (Como) w/ Nicholas Johnson

23/08 Cascina Bellaria Music Club – Sezzadio (Alessandria)

Cosa deve aspettarsi il pubblico da questo nuovo progetto? Come si distingue dai tuoi precedenti lavori?

Il progetto REBEL POETS è l’incarnazione attuale di quello che è il mio percorso solista. Recentemente sono entrato nel roster IndieBox e c’era la necessità di comunicare il fatto che mi esibissi accompagnato da altri musicisti sul palco e da qui “Andrea Rock & The Rebel Poets” was che nello specifico sono Lorena Vezzaro al violino, Davide Pascalis alla batteria e Angelo Merico al basso. Con loro ho arrangiato sia in chiave elettrica che acustica i brani dei miei primi lavori come solista, lo split album “This Is Home” e il brano “Folk Punk Anthem”, attraverso il quale presento pubblicamente la band.

A livello di songwriting la matrice sonora è la stessa: struttura punk rock con arrangiamenti irish e testi figli della tradizione folk.

Nell’ascoltare il pezzo si ha subito la percezione di un canzone molto incalzante e coinvolgente… cosa vuole raccontarci Andrea Rock?

Il brano vuole essere il manifesto di un sotto genere che raggruppa tutti quegli artisti provenienti dalla scena punk hardcore che oggi si trovano ad imbracciare una chitarra acustica. La canzone si sviluppa come una vera e propria session live, nella quale gli strumenti si aggiungono uno alla volta. Il testo è ricco di riferimenti ai gruppi e ai brani che fanno parte del background comune agli artisti che propongono questo suono.

Sei conosciuto per la tua passione di lunga data per la musica irlandese, rivisitandola in chiave moderna, dando così vita ai tuoi progetti da solista dal lontano 2015 e ad oggi hai pubblicato tre dischi e diversi videoclip (“Hibernophile” LP, “Influences” EP, “This Is Home” split album con il songwriter americano Nicholas Johnson).

Da dove nasce questa tua passione e a chi devi le tue influenze musicali? Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il tuo sound?

La passione per la cultura irlandese nasce in me 23 anni fa, in occasione del mio primo viaggio a Dublino; da quel momento, cominciai a studiare la storia di quel popolo e sviluppai un forte interesse verso tutto ciò che di artistico proveniva da quella terra. Per il mio songwriting in questo progetto i punti di riferimento principali sono Pogues, Frank Turner, Chuck Ragan e Tom Waits, del quale ho ripreso il brano “Long Way Home” nel mio ultimo album.

Hai anche collaborato con il songwriter americano Nicholas Johnson di Cincinnati, Ohio, attualmente residente in Italia conosciuto per il suo energico sound. Tra l’altro è stato definito dai media come una delle prossime grandi voci della musica americana.

Come è nata la vostra amicizia? Raccontaci meglio di questa tua esperienza.

Ho conosciuto Nicholas grazie all’amico Nicola Specchio in un ostello di Milano; dopo qualche birra e qualche digressione sportiva in ambito NBA e NFL (due mie grandi passioni), ho voluto ascoltare le sue canzoni. Nick si era appena trasferito a Milano per seguire il lavoro della moglie e gli serviva una band con la quale esibirsi. Gli ho presentato i miei ragazzi e un anno più tardi siamo entrati nel mio studio di registrazione (Attitude Studio) per registrare uno split album, scritto a quattro mani.

Parliamo un po’ più di te.

Sei cantante, chitarrista e bassista. Esordisci come musicista all’età di soli 15 anni.

Che ricordi hai dei tuoi esordi? Dovendo fare un piccolo bilancio, come è cambiato e maturato il tuo modo di scrivere e comporre pezzi?

Dei miei esordi ricordo la diffidenza e la discriminazione della cosiddetta “scena alternativa” milanese: provenivo da una scuola privata e questo era un concetto inaccettabile da parte di chi gestiva le serate punk in città. Ho dovuto sudare per ottenere la possibilità di esibirmi e attraverso la musica sono riuscito lentamente a debellare la diffidenza che aleggiava nei miei confronti. Ancora oggi ci sono molti pregiudizi per tutto quello che faccio a livello artistico, in quanto sono “quello della radio” e prima ero “quello della tv”. Ma è una piccola guerra che ho già vinto, guadagnandomi il rispetto degli artisti ai quali ho sempre guardato come fonte d’ispirazione.

Dagli inizi seguiranno poi varie collaborazioni come quella con l’emittente televisiva Rock Tv come Vj conducendo “Morning Glory”, “On The Road” e “Rocknews”, diventando anche assistente di produzione e seguendo diversi programmi dell’emittente dal punto di vista autorale tra i quali “Doctor Ringo”. Successivamente nel 2007 insieme a Ringo inizi poi la tua carriera radiofonica a Radio 105, occupandoti della parte redazionale del programma “Revolver” e in contemporanea nasce anche Virgin Radio Italy, dove tu diventerai una delle voci ufficiali dell’emittente. Insomma tutta la tua vita immerso nella musica, dividendoti anche tra radio e televisione.

Vuoi fare qualche ringraziamento speciale a coloro che ti hanno supportato nella tua carriera artistica?

Lo faccio più che volentieri, ogni volta che mi è possibile. Ringrazio Alessandro “Nasty” Volpato per avermi presentato a Mario Riso, il quale mi diede fiducia a Rock TV. In quel contesto conobbi Ringo, Max Brigante e Tommy Massara, persone dalle quali ho cercato di trarre il meglio a livello di insegnamenti e know how professionale. Ringrazio poi chi ha creduto discograficamente in me, assumendosene i rischi, come Ilich Rausa di Rude Records e Alfredo Cappello di Ammonia. Oggi faccio parte della family di IndieBox sia come solista che come band e non vedo l’ora di cominciare a giocare in questo campionato.

Tra tutti gli artisti con i quali hai collaborato e lavorato, c’è n’è uno in particolare con il quale ti piacerebbe confrontarti e che ancora non si è presentata occasione?

Ho avuto l’onore di condividere il palco con quasi tutti i miei miti; ho avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con loro e di presentargli la mia musica. All’appello mancherebbe solo un concerto in apertura ai Rancid, ma so aspettare perché credo che i sogni non abbiano una data di scadenza.

A livello di collaborazioni, ho molti personaggi con i quali vorrei poter lavorare; alcuni li ho contattati per i miei prossimi lavori, quindi incrocio le dita e vi dico: “stay tuned!”

Vuoi aggiungere qualcosa? Oltre alle date live, qualche anticipazione dei tuoi prossimi impegni?

Voglio ringraziarvi per lo spazio concessomi e anticiparvi che il 2020 sarà un anno ricco di produzioni, anche in vista della nuova strada manageriale intrapresa. Arriverà un nuovo disco degli Andead e il quarto lavoro solista. Ci saranno molti palchi sui quali suonare e dai quali lanciarsi, finché il fisico reggerà e la voce suonerà piena.

Grazie per la tua disponibilità.