Andrea De Paoli musicista a 360° vanta moltissime esperienze come compositore, autore e produttore musicale. Principalmente conosciuto per l’attività in studio e live con rock e metal bands come Labyrinth, Vision Divine e come produttore/tastierista e compositore del progetto musicale di Space rock progressivo Chaos Venture. Attualmente impegnato con la sua nuova metal band Maze of heaveN.
Ciao Andrea intanto piacere di conoscerti e grazie di averci concesso questa intervista.
Ciao, piacere mio e grazie a Voi!
Parliamo della tua nuova band metal Maze of heaveN che ti vede coinvolto, oltre che come compositore e arrangiatore, anche come produttore. Il 15 Ottobre 2017 è uscito il nuovo singolo “Dreams” disponibile in anteprima in tutti i principali digital stores anticipando l’uscita dell’intero album prevista per il 2018 per l’etichetta discografica AUSR.ltd. Ci racconti meglio di questo tuo nuovo progetto? Cosa dobbiamo aspettarci dall’ album?
In questi ultimi anni mi sono dedicato a diversi progetti e in diversi generi in campo musicale, mi piace sperimentare e imparare dalle collaborazioni con artisti che provengono da diverse estrazioni musicali. Con il passare del tempo ho però capito che la maggior parte delle persone mi identifica come tastierista metal ed è quello che principalmente vorrebbero facessi cioè dei nuovi prodotti in campo metal.
Maze of heaveN è nato per presentare la mia visione attuale della musica Rock e Metal / Power Metal ed è nato per accontentare i miei fans a cui tengo moltissimo. Per realizzare questo progetto mi sono circondato da musicisti bravissimi che non appartengono al giro che ha portato avanti il Power metal per più di 20 anni, questo per tre motivi.
Aggiungere freschezza ai miei brani, secondo dare la possibilità a dei grandissimi talenti di emergere come meritano e terzo smuovere un po’ la scena italiana. L’album sarà composto da brani moderni, orecchiabili / melodici e potenti.
Bolle in pentola anche un altro progetto musicale che ti vedrà coinvolto come tastierista, arrangiatore e produttore del nuovo album di Tony Liotta dove saranno presenti musicisti da tutto il mondo provenienti dalle band o da collaborazioni con Quincy Jones, Peter Gabriel, Aretha Franklin, Madonna e tanti altri. Qualche anticipazione?
Collaboro da molti anni con Tony Liotta. Ci lega un rapporto di profonda amicizia e di stima artistica e musicale.
Tony ora sta lavorando al suo nuovo album che vedrà la luce a febbraio.
Per realizzarlo ha chiamato me, Enrico Santacatterina (Dee Bridgewater, Riccardo Fogli, I Giganti) e Siggi Bemm (sound engineer per anni dei Lacuna coil e di altri come Udo, Therion, The Gathering e nominato in vari Awards) come team per la produzione e arrangiamento.
Nell’album sono presenti come compositori Tony Liotta, me, Louis Virie Blache un poeta, cantante e musicista Nativo americano, Enrico Santacatterina e diversi altri musicisti incredibili Michael Kratz, Dr John (5 grammy awards, Rock and roll hall of fame e tastierista di Beatles, Rolling Stones e tanti altri) Mickey Chung (Peter Tosh, Inner Circle, Aretha Franklin, and more).
Proprio in questi giorni sono tornato dalla Germania per le registrazioni dell’album. Un’esperienza davvero incredibile che mi ha arricchito come persona e musicista e sono molto contento di aver conosciuto tutte queste bellissime persone e grandi artisti.
L’album di Tony Liotta è un concentrato di groove, funky, soul, rythm and blues e fusion, sono sicuro che sarà uno dei migliori e più importanti album del genere nel 2018.
Hai partecipato a diversi tour mondiali come co headliner, opening act o co-touring di band storiche (ne citiamo alcune) come Iron Maiden, Dream Theater, Black Sabbath, Deep Purple, Megadeth, Metallica, Pantera, Korn, Ozzy Osbourne, Yngwie Malmsteen, Helloween, Slayer, Queensryche e tanti altri. Sicuramente ognuna di queste esperienze ti avrà arricchito artisticamente ed in modo diverso, vuoi regalarci qualche ricordo che porti nel cuore o al quale sei particolarmente legato?
Ogni esperienza dalla più grande alla più piccola la porto sempre nel cuore. Parlando di grandi festival non dimenticherò mai i Gods of Metal del 98 /99 coi Black Sabbath, gli Iron Maiden, che hanno un equipe davvero speciale. I tour in Sudamerica e quelli in Asia e Stati Uniti che mi hanno permesso di conoscere culture diverse ma anche simili alle nostre, e farmi amici davvero speciali in tutto il mondo che sento ancora adesso a distanza di 15 / 20 anni, o che quando posso vado a trovare.
Fra le varie collaborazioni musicali spicca quella nel 2013 con i Delirium Project per circa un anno, storica band di rock progressivo italiano nota principalmente per le canzoni Jesahel e Dolce acqua e con la quale partecipi a manifestazioni legate al festival di Sanremo.
Come è nata questa vostra collaborazione? Come vi siete conosciuti e cosa vuoi raccontarci a riguardo?
In realtà i Delirium project sono una branca dei veri Delirium, essendosi divisi in 2 bands.
Ci siamo conosciuti grazie ad Edit Music Italy e il label manager Luigi Mosello che hanno riunito una parte dei Delirium e musicisti più giovani per partire con nuovi brani e un tour con il quale abbiamo partecipato a manifestazioni limitrofe al Festival di Sanremo.
Citarle tutte è praticamente impossibile però ricordiamo che sei presente in più’ di 200 produzioni discografiche qui in Italia e all’estero con artisti del calibro di Kevin Moore (Dream Theater), Richard Barbieri (Japan, Porcupine Tree), Mark Zonder, Kob Toto Tribute con Timothy Drury degli Eagles – Steff Burns (Vasco Rossi) – Maurizio Solieri (Vasco Rossi) – Michele Luppi (Whitesnake) – Alex De Rosso (Dokken), Zak Stevens (Savatage), Jacopo Sarno (Walt Disney singer) e molti atri …
Andrea De Paoli con quali altri artisti vorrebbe potersi confrontare o, perché no, produrre?
So che è un sogno impossibile ma mi sarebbe piaciuto moltissimo conoscere Michael Jackson sia come persona che come artista, lui era davvero un individuo speciale che trasmetteva tutto il suo talento, il romanticismo, il groove, la melodia, la poesia, uno dei più grandi artisti mai esisti. Attualmente mi piacerebbe scrivere qualcosa con Ennio Morricone, o scrivere una colonna sonora per un grande film di Hollywood.
Rimanendo qui in Italia a settembre del 2015 hai collaborato e, come tastierista, sei stato ospite del progetto musicale live itinerante a scopo benefico Rezophonic di Mario Riso assieme ad altri artisti membri di band come I Negrita, Litfiba, Bluvertigo, Prozac +, Timoria, Club Dogo, Lacuna coil, Roy Paci, Er Piotta, Caparezza e tanti altri, sei stato ospite live nel Dvd dei Fixforb con Stefanno Forcella e Diego Arrigoni dei Moda’ e nel corso degli anni scrivi e hai scritto/arrangiato con e per Cosetta Gigli soprano, Marco Del Freo (Vincitore del Festival di Vigna del Mar come cantante e vincitore del Festival di Sanremo come autore per Anna Tatangelo),
Guido Maria Ferilli (Autore di Un amore cosi’ grande cantata da Mario Del Monaco), Labyrinth, Vision Divine, Shadows Of Steel, Chaos Venture,Mosello (Alan Parsons Project), Sandro Giacobbe, Luca Virago, Zanki … insomma la lista è infinita.
Da quello che emerge è che ti confronti senza problemi sia con artisti italiani che con artisti stranieri.
Dai tuoi esordi ad oggi come pensi sia cambiato il modo di vivere la musica qui in Italia rispetto all’estero? Ci sono ancora molte differenze e difficoltà oppure sembrerebbe che in qualche modo le cose stiano migliorando anche per agevolare i talenti emergenti?
Rispetto a un tempo non è un momento fortunato per la musica. Fino a 20 anni fa se eri valido le case discografiche ti accoglievano alla tua nascita artisticamente parlando, costruendo la tua carriera passo dopo passo investimento dopo investimento.
Ora per partire o raggiungere livelli mediatici importanti devi solo avere tantissimi soldi da investire. Non esistono spazi discografici in questo momento ad alto livello che siano meritocratici è solo ed esclusivamente business, staccato completamente da tutto ciò che può avere a che fare con la musica in senso artistico.
Rispetto a un tempo in più abbiamo i talent che potrebbero essere un grande trampolino di lancio ma servono a poco perché chi ha talento davvero non lo fanno esprimere rimanendo imbrigliato in logiche discografiche, molti sanno cantare bene ma non sono artisti e altri non hanno la possibilità di farsi una gavetta per poi dopo resistere con sicurezza al successo improvviso.
Infatti delle migliaia di partecipanti ne sono usciti pochissimi di validi forse 2 o 3 nell’arco di 15 anni.
Un aspetto positivo che però appiattisce in termini di qualità lo hanno la rete e i social che per fortuna danno la possibilità a chiunque di potersi presentare e qualche volta funziona.
A tal proposito hai diretto anche il Premio Mia Martini per la Lombardia nel 2013, un concorso storico per la nostra realtà musicale italiana e che a distanza di anni raccoglie ancora tantissimi consensi tra i giovani. Come hai vissuto questa esperienza in qualità di direttore artistico? Cosa pensi dei talent televisivi molto spesso criticati?
Ho risposto a questa domanda, nella domanda precedente. Per me è stata un’esperienza molto positiva, perché non l’avevo mai fatta prima e perché mi ha anche permesso di conoscere tanti bravi cantanti con i quali adesso collaboro ancora. Anche se spesso i Talent non costituiscono una garanzia di successo, ritengo possa essere interessante parteciparvi perché danno la possibilità di conoscere molte persone del settore con le quali altrimenti non sarebbe possibile entrare direttamente in contatto in altri modi
Sei anche consulente tecnico per i sequencers Apple e hai acquisito nel corso degli anni numerosi certificati specializzandoti in informatica musicale e computer music, svolgendo regolarmente didattica in diverse Accademie Lizard Lombarde come insegnante di Pianoforte acustico e digitale, di Hd recording, di Apple Logic pro 9 e Logic pro X, audio e produzioni musicali.
Sempre più spesso si vedono giovani musicisti interagire con l’ingegneria del suono, tra l’altro un settore davvero molto vasto e un impegno non indifferente vista la complessità della materia stessa. Sembrerebbe quasi un passaggio obbligato visto che musica ed era digitale oramai vanno sempre più di pari passo. Da docente, vuoi dare un consiglio a coloro che vorrebbero intraprendere questa professione che sicuramente necessita di una grande passione e soprattutto di molta pazienza?
Più che un docente mi sento un trasmettitore di passione… quello che mi piace fare è trasmettere con entusiasmo ciò che ho imparato in tutti questi anni sia dal punto di vista tecnico che dall’esperienza sul campo. Quello che consiglio a chi si avvicina a questa materia è di farlo con molta passione osservando prima di tutto attentamente gli esperti del settore sia in rete sia quando si va registrare in uno studio perché così si impara molto.
Non devono mancare le basi tecniche, che consentono di approcciarsi alla materia vastissima con cognizione di causa … e non deve mancare una dotazione di strumenti per la produzione almeno basilare.
Più ne sai e meglio è ma alla fine quello che conta davvero sono il proprio orecchio, il talento che, insieme appunto alle basi tecniche, costituiscono il bagaglio che consente di arrivare a ottenere produzioni professionali.
Come affermate voi nella domanda ci vuole anche molta pazienza, non sempre è tutto rosa e fiori, talvolta bisogna lavorare sottoposti a grandi pressioni e a infinite ore di lavoro consecutive.
Un altro suggerimento è sempre quello di confrontarsi con produzioni di alto livello, produrre tante cose anche per proprio conto, giornalmente, in modo tale da immagazzinare il proprio bagaglio di esperienze.
Sei anche collaboratore come scrittore di articoli, tutorials test e beta test sull’audio professionale per il portale e la rivista Audiofader.com, di La Cosa per la fornitura di colonne sonore a Sky e Mediaset e grazie alle tue certificazioni sei considerato uno dei migliori tastieristi / arrangiatori nell’Hard Rock / Metal in campo internazionale da molte riviste specializzate e operatori del settore.
Cosa dobbiamo aspettarci in un prossimo futuro? Altre tue ambizioni?
Il futuro è certo… continuerò a fare musica finché avrò respiro … ma da un lato è anche incerto in senso positivo perché la mia curiosità mi aprirà nuove strade che per il momento non riesco ad immaginare.
Una sana ambizione poi è il propulsore che spinge ad andare avanti come un essere vivente mai finito e in continua evoluzione, imparando tutti i giorni, approccio che il più delle volte consente di raggiungere nuovi obiettivi anche inaspettati.
C’è qualcosa che vuoi condividere con noi e che fin ora non hai avuto l’opportunità di poter dire?
Vi ringrazio per l’intervista e auguro buona musica a tutti!
Grazie per la tua disponibilità.