Dopo il successo del primo album, i The Circle tornano in scena con il nuovo singolo “To Fall”, tratto dall’ultimo lavoro “How To Control The Clouds”. Per l’occasione hanno realizzato un video molto particolare. Ecco come ci hanno raccontato questa nuova avventura.
  • Per il vostro nuovo singolo, To Fall, avete scelto di realizzare un video diverso dal solito, ispirandovi alle atmosfere della città di Londra e all’arte del torinese Fractae. Cosa vi lega con tanta intensità a questo brano rispetto agli altri?
È sicuramente il brano a cui teniamo di più. È sempre stato così fin da quando, mesi e mesi fa, esisteva solo sotto le sembianze di una memo vocale su di un cellulare. Poi siamo entrati in studio, lo abbiamo pre-prodotto, prodotto e registrato assieme al nostro producer e mentore Simone Sproccati. Non è tanto una questione tecnica quanto di cuore, il motivo per cui lo abbiamo scelto come secondo singolo. Semplicemente sentivamo che era la scelta giusta da fare.
  • Nella vostra proposta musicale si percepisce una continua idea di movimento, a cominciare da quello circolare che emerge dal vostro nome, come se da una partenza iniziasse un percorso che poi torna all’origine. È così?
Questa è l’idea che cercavamo (e cerchiamo) di comunicare attraverso la scelta del nostro nome. Non so se ciò si percepisca anche dal punto di vista strettamente musicale, ma quel che è certo è che non sentiamo di essere ancora arrivati alla chiusura del cerchio, in termini stilistici. “How to Control the Clouds” è molto diverso dal suo predecessore, “Life in a motion-picture soundtrack”, e lo sarà anche rispetto ai lavori che verranno in futuro. Siamo una band che ama le novità e ci piace confrontarci con realtà sempre nuove ed è solo quando avremo soddisfatto completamente il nostro bisogno di “nuovo”, che potremo considerare realmente chiuso il nostro personalissimo cerchio.
  • To Fall rievoca invece il movimento che porta verso il basso. Qual è la caduta che raccontate in questo brano?
L’intento di “To Fall” non è mai stato quello di raccontare la caduta in sé, quanto la paura di cadere, di osare senza farcela. Una paura di quelle che ti bloccano, vuoi per una sorta di super-io ipertrofico freudiano, vuoi per milleuno altri motivi. Alcuni di noi convivono quotidianamente questa situazione, altri nemmeno l’hanno mai provata. Con “To Fall” abbiamo voluto raccontare la cura per tutto ciò: qualcuno che c’è sempre, che ti tende la mano per farti uscire dal tuo limbo, qualcuno per cui il cuore ti si ferma per un attimo.
  • Nel corso di questi anni di attività siete volati molto in alto, soprattutto nelle classifiche che vantano nomi di fama internazionale come i Coldplay. Cosa vuol dire per voi essere in corsa con simili personaggi?
Non ci siamo mai presi molto sul serio a riguardo a dire il vero. Certamente fa piacere vedere il nostro nome accostato a quello di band che hanno scritto la storia della musica pop, ma non crediamo valga la pena soffermarcisi troppo! Il nostro pensiero è (ed è sempre stato) quello di proporre il nostro personale modo di fare musica, indipendentemente dalle classifiche o dai riferimenti. Se poi il nostro lavoro viene ripagato con una seconda o una terza posizione su iTunes, beh tanto meglio, no?
  • L’album How To Control The Clouds sta riscontrando un grande successo. Rimarrete concentrati su questo lavoro per i prossimi mesi o qualcosa di nuovo bolle già in pentola?

Nei prossimi mesi ci saranno uscite importanti inerenti ad “How to Control the Clouds”, così come annunceremo le ultime date di questa prima, bellissima parte di tour che ci ha visti calcare i palchi di tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Ma ciò non significa che non siamo al lavoro su altro! Stiamo scrivendo nuovi pezzi dei quali siamo davvero entusiasti e stiamo cercando di capire la direzione che dovranno prendere. Tutto con la massima calma però, perché il buon vecchio “How to Control the Clouds”, ne siamo certi, ci darà ancora parecchie soddisfazioni!