Loste, Stefano Morandini, torna sulle scene con un album punk-rock che si preannuncia sfaccettato e molto interessante. Un perfetto lavoro per farsi conoscere e per far pagare di nuovo i suoi fan di lunga data.

Loste, classe ’85, nato e cresciuto a Varese, si è fatto largo sulla scena (soprattutto della zona) fin dai quindici anni. La sua storica band, i Collettivo01, nella quale militava anche la bassista e contrabbassista Francesca Morandi, oggi tra le più quotate del panorama nazionale.

Tante le esperienze degne di nota nel suo background di cantautore, autore e musicista come anche quella che lo ha visto vestire i panni di chitarrista e co-autore delle Pornoriviste, nel 2010 all’epoca del disco “Le Funebri Pompe”.

Alessandro  Cirone, suo manager, lo descrive come: “un artista sincero e coerente con quello che è. Non segue nessuna moda e si muove in un mondo musicale che gli appartiene. Questa, che dovrebbe essere una delle condizioni basilari per il percorso artistico, oggi è una qualità che pochi hanno. La sua musica è potente, energica e divertente”.

Il nuovo singolo di Loste è Jackpunk, cover dell’omonimo pezzo di Frida Fenner, colonna sonora del film cult “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Sicuramente una scelta coraggiosa, ma che risulta perfetta per presentare il mood del nuovo album, presto fuori.

Loste ci presenta così, in esclusiva, questo nuovo progetto.

Come ti presenteresti a chi ancora non ti conosce?

“Risposta non seria: mi presento steso per terra, possibilmente dopo aver bevuto.

Risposta seria: beh, sono un quasi quarantenne che vive un po’ come quando ne aveva venti. Da questo traete le conclusioni”.

Cosa provi mentre suoni, mentre ti esibisci live?

“Mi sto esibendo molto poco in attesa di uscire con il disco, ma diciamo che il palco è sempre il palco ed è sempre bello esserci sopra da musicista e non in altri ruoli che pur ricopro nella musica”.

La sensazione invece che provi durante i live che organizzi?

“L’organizzazione di concerti per me è un lavoro e quindi ha i suoi pro e i suoi contro, come tutti i lavori. Però quando le cose riescono bene, è sempre soddisfacente”.

E mentre scrivi i tuoi testi cosa provi?

“I miei testi, ma i testi musicali in generale, nascono quasi sempre da un malessere. A meno che tu non debba fare la solita hit estiva del c**o dove parli di sole, mare, mojito. Avendo sempre il punk come genere di riferimento, i miei testi denunciano un malessere. Ultimamente mi definisco un cantautore di ‘denuncia sentimentale’, ad esempio… Ma non è detto che io non possa cambiare obiettivo!”

Raccontaci di più della tua denuncia sentimentale…

“Mah, in realtà di solito le band punk denunciano la società, il sistema, il governo, ecc. Sinceramente arrivato a quasi 40 anni in concetto di ‘no future’ l’ho già bello che assimilato. Piuttosto, la cosa brutta che vedo e che credo stia prendendo sempre più largo sia il ‘no future’ sentimentale. Pratiche come il ghosting, la diffamazione, l’esclusione, il bullismo on line forse delle volte sono ancora peggio di un sistema globalizzato o ne sono comunque la conseguenza”. 

Da cosa trai ispirazione?

“Sempre da vicende di vita vissuta. Purtroppo o per fortuna, più cose capitano e più cresce l’ispirazione. Però delle volte mi piace anche un po’ ‘perculare’ le persone a cui non sto simpatico nei miei testi”

Testi in inglese o italiano per la tua musica? Perché?

“Perché so già a malapena parlare l’italiano, figuriamoci se dovessi scrivere in inglese!”

Cosa ti ha spinto a tornare a scrivere? È stata un’esigenza, una “cura”?

“È stata l’esigenza di una cura, piuttosto. Negli ultimi anni ho intrapreso delle esperienze molto forti che avevano bisogno di essere impresse in qualche modo. Arginare i propri demoni sulla carta o in una canzone non li debella, ma quanto meno li può tenere sempre sotto controllo”.

Jackpunk è il singolo che anticipa l’album, e si dice concentri un po’ tutto il disco per tematiche e mood. Dicci di più.

“Sì. In realtà Jackpunk anticipa l’album nel senso che è stato un po’ il mio ‘biglietto da visita’ per il ritorno ufficiale alla musica suonata. Stiamo ancora capendo se sarà poi inserita nell’album o meno, anche perché la linea musicale del disco è cambiata nel frattempo. Senza spoilerare nulla, sarà qualcosa di meno classico (nell’accezione del punk/rock classico pornorivistiano anni 90-00) e molto più moderno. In ogni caso le tematiche trattate in Jackpunk, quindi le delusioni amorose, i conseguenti problemi con l’alcol e le relazioni sociali, saranno i temi su cui verteranno tutte le canzoni. Poi in realtà ho trattato questi temi nei testi giocando molto su doppi significati e cambiando sempre i soggetti delle frasi, ma anche traendo ispirazione (come per Jackpunk) anche da riferimenti cinematografici”.

Qual è stata la canzone dell’album che ti ha messo più alla prova? Emozionalmente e/o tecnicamente.

“Ora non posso spoilerare troppo sull’album perché mi uccidono. Ma posso dire in generale che è stato tutto l’album a mettermi alla prova da entrambi i punti di vista. Emozionalmente alcune canzoni sono tutt’oggi molto forti e rievocano in me certe sensazioni (anche sgradevoli); dal punto di vista tecnico invece, ho la fortuna di aver lavorato quest’anno con musicisti, insegnanti di canto e produttori professionisti grazie ai quali non ho imparato niente, ma fa figo dire di averci lavorato” (ride)

3 motivi per ascoltare la tua musica!

“Perché nel 2023 si può ascoltare gratis. Quindi perché non farlo?” (ride)

Con chi vorresti dividere il palco in futuro?

“Mi piacerebbe dividere il palco con Giancane che attualmente è il cantautore che mi si avvicina di più, ma ho anche il sogno di incontrare Luca Carboni che pur essendo il padre dell’itpop non è molto distante da me per tematiche e mood”