L’ispirazione che nasce da un concerto, dalle melodie classiche che si trasformano in nuove esplorazioni tracciate sulla linea di basso e contrabasso. Carmelo Siracusa ci presenta il suo nuovo lavoro, una riflessione in musica sulla condizione umana dei nostri tempi.
Musica classica e rock. La storia ci insegna che esistono moltissimi punti di incontro tra questi due mondi. Vivi anche tu, con la tua musica, questa intersezione?
Non proprio, se è vero che la musica classica che si fonde al rock e viceversa, adesso anche un po’ per moda a mio avviso è anche vero la musica classica si fonde ad altri stili, mi vengono in mente Le Bond, creandone di nuovi. La musica classica è la madre di tutto, o quasi.
Come nasce la scelta di ispirarti proprio a Carl Ditters von Dittersdorf per È come senti, non come pensi?
Sarebbe stato molto più semplice confrontarmi con un brano conosciuto, Mozart o Haydn oppure una suite di Bach, ma le cose semplici non mi sono mai piaciute, inoltre reputo che il repertorio del contrabbasso classico è un mondo da scoprire. Così per esprimere il TEMPO, che dal passato arriva ai giorni nostri, avevo bisogno di una Danza e il compositore austriaco era perfetto.
Una canzone non cantata, ma dialogata, raccontata da voce narrante, basso e contrabbasso. Un ritmo incalzante per riportare all’attenzione una condizione umana sempre più preoccupante. Spiegaci meglio.
È TEMPO giusto quello che viviamo nel presente senza desiderarne altro. Le anime degli esseri umani non riescono a comunicare più, si ragiona solo per schemi mentali prestabiliti. La bellezza è per la maggior parte é solo esteriore. Puoi essere bella quanto vuoi, però dimmi, se il mondo fosse cieco quanta gente riusciresti a impressionare? Bisogna cercare la bellezza nel Cuore delle persone. Una voce narrante rende questo concetto molto più incisivo.
Hai portato il “basso” in alto, non solo tra gli addetti ai lavori, ma rivolgendoti anche a un pubblico molto giovane e non abituato ad apprezzare l’importanza di alcuni strumenti. Come ci sei riuscito?
Giocando con la musica.
Impossibile non citare i tuoi successi con la band che, dai locali siciliani, è arrivata a calcare palchi immensi scalando le classifiche. Cosa sono stati e cosa sono per te gli Sugarfree?
Gli Sugarfree sono una parte di me, 21 anni della mia carriera sono anche con loro. Volevo fare il musicista, e sarebbe stata la stessa cosa suonare con una birra sull’’amplificatore ed andare in giro a vendere i Cd nei club dopo i concerti, sarei felice e fiero di me stesso oggi. Ma la vita ti riserva sempre sorprese e avevo 23 anni quando arrivammo primi in classifica, e poi il tour in America, in Svizzera, la Slovenia, i grandi palchi italiani. Grazie agli Sugar ho avuto modo di confrontarmi con grandi nomi internazionali, conoscere alcuni di loro. E per me tutto questo è meraviglia.
Quali sono le prossime tappe del viaggio partito con È come senti, non come pensi?
Sto preparando già qualcosa di nuovo che uscirà sicuramente prima dell’estate.